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giovedì 12 settembre 2013

Dopo

Per chi se lo fosse chiesto... Marix è uscita dalla nebbia di cui al post precedente.
Uscita è un po' una parola grossa...
In ogni caso, quello che tanto l'ha impegnata nei giorni scorsi, per ora, si è concluso. Non si sa ancora come (anche se Marix ha funesti presagi) ma si è concluso.
Volesse il cielo.

Marix è uscita dallo studio la sera del 10 settembre alle 23 e 18.
Prima di chiudere la porta ha avuto uno sparuto colloquio con TheBoss: "Questi li porto io?","Sì, io porto questi.","Ricordati il tablet.","Ok","A che piano è?","Terzo", "I documenti da produrre sono in questi due faldoni. Le copie per noi in queste cartelline.", "Hai fatto l'indice?", "Sì","Falli salire dall'ingresso principale", "Sii puntuale".
Insomma. Noi si sfoga la tensione così.
Ad accoglierla fuori dal portone ha trovato una marea di gente.
Ma perché? Ma che è successo? Cioè, che caspita ci fa tutta questa gente in giro alle undici di sera del 10 settembre? Ma domani non cominciano mica le scuole? Non si va mica a letto presto?
E insomma, Marix, con la sua faccia da ectoplasma si è fatta 'ste domande mentre la gente intorno a lei mangiava gelati/portava a spasso cani/portava a spasso figli/bighellonava sulle panchine/gozzovigliava sui gradini della basilica... Che le pareva di stare in centro a Milano, mica a città piccola e provinciale..
Bha!
Marix con il suo zainetto (sì, Marix a volte è un po' - tanto - nerd) si è diretta alla bici (che ri-sì, quel genio di Marix aveva pensato di usare la bici che tanto sarebbe uscita abbastanza presto dall'ufficio).
Dopo uno slalom fra la folla è riuscita a guadagnare il vialone e, di lì, andare a casina.
Aperta la porta di casina è stata accolta dal buoi, dal silenzio, dai piatti da lavare e da una bomba di giocattoli post-esplosione.
Saltellando fra le 26514 hotweels sparse per il pavimento, ha preso coscienza del fatto che Pargolo e Marito stavano dormendo. Stravaccati nel lettone.
Marix allora si è nutrita a qualche modo. Ha fatto una doccia veloce e si è infilata piano piano fra le lenzuola. In uno spazio di 20 cm...
Alle 5 del mattino dopo era già sveglia.
E sempre piano piano si è vestita, si è bevuta un caffè, giusto per stare calma, e poi, dopo averci pensato un bel po', ha fatto il bis e ne ha bevuto un altro. 
Poi è uscita nell'alba che si colorava piano piano di azzurro, giallo, rosa.... Con l'aria frizzante che le schiariva le idee.
Ha preso la macchina e, per una volta tanto, ha parcheggiato sotto lo studio. Che non c'era nessuno.
Ha tirato su le tapparelle, ha acceso i pc, ha riletto gli appunti, ha guardato dalla finestra, ha pensato, ha preparato la borsa, ha preso il codice.
Alle 8 e cinque era in tribunale. Si è incontrata con TB e TBB e sono andati a prendere un caffè al bar, poi hanno raggiunto l'aula GIP.
Sono usciti alle quattro passate del pomeriggio. 
In tutto il tempo hanno fatto si e no dieci minuti di pausa. E Marix è corsa in bagno che c'aveva pure le cose sue... Il resto tutto lì dentro. In un cubicolo con l'aria condizionata a palla. La registrazione. Le urla. Le discussioni. I consulti frenetici o meno...
E' venuto un mal di testa a palla, a Marix.
E quando è finalmente uscita, al sole, Marix si è sentita come quando ha l'influenza. 
Con tutte le ossa rotte.
Si è trascinata alla macchina e, appena si è seduta, ha pensato che avrebbe dovuto portare il grembiule dell'asilo in merceria per far ricamare il nome del Pargolo e che avrebbe dovuto prendere in considerazione l'idea di ricamare il nome sulla bavaglia e sull'asciugamano che giacciono lì da due mesi...
E che mercoledì prossimo il Pargolo comincerà l'asilo....
E che doveva chiamare la clinica per l'intervento...
...
E che, come sempre, tutto passa e, in qualche modo, va avanti.


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