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mercoledì 3 aprile 2013

La giornata tipo di The Boss

E' da un po' che pensavo di raccontarvi la giornata tipo di The Boss.
Che voi lo sentite sempre nominare,  come un'entità ignota. Un tizio che spunta qua e là come un fungo nel bosco e che fa lo stronzo quando non deve farlo, il braccino quando non deve farlo, lo scemo quando non deve farlo, il simpatico quando non deve farlo, il magnanimo quando non deve farlo, il pirla... sempre. Inutile aggiungere "quando non deve farlo".
Insomma, un uomo inadatto.
A tutto. Tranne al lavoro che fa. Dove, manco a dirlo e grazie ad un ottimo staff (=io e suo fratello), ha enorme successo.
TB (per brevità) è gran-gross... e baloss., direbbe il proverbio. Ma baloss (che poi vorrebbe dire dedito all'uso ed all'abuso delle sostanze alcoliche), TB non è: lui è astemio. Beve solo coc*-col*... E acqua, ovviamente. Però è gran-gros i stess': alto e ben piazzato. Pure con un bel panzone, ultimamente, se debbo dirla tutta.
TB non giunge mai mai mai mai mai in ufficio prima delle dieci e mezzo/undici e anche quando vi giunge verso quell'ora, TB, gradisce prima sorbirsi un caffè in un baretto nei pressi. Dove staziona per almeno una mezz'oretta a fare public relation e da cui, a volte, torna pure con una nuova pratica.
TB, in via del tutto eccezionale, talvolta si fa vedere anche prima. I rari momenti in cui ciò accade sono esclusivamente imputabili al fatto che, sfortunatamente, né la sottoscritta né il di lui fratello sono dotati del cosiddetto dono dell'ubiquità. Ragion per cui è impossibile fare tre udienze alla stessa ora in tre posti completamente diversi e collocati a decine di chilometri l'uno dall'altro. In tali occasioni, lo straordinario evento, di portata pari solo al passaggio della cometa di Halley (sarà scritto giusto?!?), non è tuttavia scevro da spiacevoli inconvenienti quali la vana ricerca di un sostituto processuale che eviti a TB l'immane fatica di andare, ogni tanto, in udienza o svariate suppliche in cui viene manifestata l'insostenibilità della situazione attuale, laddove se ne manifestano le evidenti criticità.
TB, nel tempo che passa in studio, che non è comunque poco, se ne sta rinchiuso in sala riunioni (=il suo ufficio proporzionato al relativo ego), laddove parla initenterrottamente al telefonino. Di che? Con chi? Bho! Prevalentemente di fatti suoi, comunque e ben poco di lavoro. A meno che l'interlocutore privato non abbia anche passato una pratica allo studio!
TB, quando lascia i suoi appartamenti, lo fa per interrogare questo o quest'altro si trovi sul suo cammino di quel che avviene nell'ala lavorativa dello studio. Eppertanto è tutto un fiorire di domande del tipo: "Ma chi è Tizio?", "Ma cosa è successo all'udienza di Caio?", "Ma è uscita la sentenza di Sempronio?", "Ma abbiano notificato questo o quest'altro?", "Ma abbiamo scadenzato questo o quest'altro?"... Anche se, ad onor del vero, le sue domande preferite sono di natura economica, visto che deve tenere su tutto il baraccone: "Ma Tizio quanto ci deve?" o "E' passato Sempronio a lasciare l'assegno?" o ancora "Avete mandato la nota spese a Filano?" e via discorrendo. Poiché le sue domande denotano un moto ondivago del suo interesse verso l'attività professionale di cui è titolare e che va avanti anche senza di lui e sono fatte senza costanza, le spiegazioni divento lunghe e laboriose in quanto volte a recuperare le vistose lacune venutesi a creare fra un aggiornamento e l'altro.
TB a volte sparisce. Per ore o giorni. Non si sa. E allora diventa difficile parlare con lui. Ragion per cui gli si telefona, per sapere questo o quest'altro. A volte le conversazioni hanno del surreale, poiché TB, impegnato in altro, fa un po' fatica a concentrarsi e ci si ripete per ore le stesse cose.
TB quando mi disse se volevo lavorare per lui (=ovvero schiavizzarmi per il suo studio in quell'odioso periodo di tempo chiamato praticantato) mi disse che voleva creare un grande studio legale in cui far lavorare le persone che sarebbero cresciute con lui. Ecco, forse dovrebbe riflettere sul fatto che siamo rimasti solo io e suo fratello a farci un culo a pagoda... E che una mano, anche sporadica, da parte sua non ci farebbe mica male!
TB ogni tanto è preso dal delirio del pater familias e allora dice che da domani, non si sa bene quale domani però, controlla tutto lui. Chiama tutti lui. Gli atti li fa tutti lui. Alle udienze ci va solo lui. E il giorno dopo andiamo noi lo stesso e facciamo tutto noi lo stesso. Senza che nessuno ci abbia detto che no, non è vero...
TB un giorno si è lamentato perché, dopo che ho avuto un figlio, non ho più lavorato per lui dalle 12 alle 13 ore tutti i giorni e non mi facevo più vedere in studio anche il sabato e la domenica. Quando gli ho fatto notare che una volta lui mi aveva promesso uno stipendio mirabolante e che, nonostante io avessi lavorato tanto, non avevo avuto manco l'aumento dell'istat, TB è stato zitto.
TB una volta era un uomo generoso. Ora non lo è più. E fa pure fatica a pagarmi quel che mi deve. Lui però non fa molte rinunce e questo non mi va molto giù. Perché uno può fare il cacchio che vuole, anche se prima dovrebbe pensare a chi lavora per lui...
TB una volta amava il suo lavoro. Ora non saprei dirlo.
Una cosa, però, è sicura. TB è sempre lo stesso: a raccontare palle a sé e agli altri!
...
E questo a me, sinceramente, non va più bene.

Marix consapevolizzatrice
Ps so che pensavate fosse un post scherzoso, divertente e ironico sul mio capo. Così purtroppo non è... E la prima che se ne dispiace sono io.


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