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lunedì 23 aprile 2012

Ma lo sa?!?

Ecco, nel mio lavoro e nella vita quotidiana, c'è una frase o meglio un'intercalare che mi manda in bestia: "Ma lo sa?!?".
Nel quotidiano perché mi dà un'idea di pettegolezzo di bassa categoria. Dello sputtanare sparlare per il gusto di sputtanare sparlare, insomma. E del buttare lì un'informazione che viene detta solo per gettare fango su di una persona.
Nel mio lavoro perché tanto uguale. Perché viene detta una cosa che a livello giuridico non avrebbe e, di fatto, non avrà alcun peso. Perché viene data un'informazione giusto per portare qualcuno, peraltro pagato per farlo e peraltro "tecnico" del settore, dalla tua parte senza capire che non si parla di fronti o che altro e che le norme, seppur interpretabili finché si vuole, alla fine ci sono. Punto e stop.
Il pistolotto di cui sopra mi serve per raccontarvi uno spaccato di vita quotidiana (di cui vi ho già dato una chicca, eheheh) che, purtroppo, si ripete con una certa frequenza...
Abbiamo, tutti, clienti più o meno assillanti. Tutti abbiamo questioni che ci piacciono di più o di meno. Per chi, come me, che si occupa anche di diritto penale, credo che il top della gamma "rottura di co**ioni" sia rappresentato dalle liti fra vicini di casa. Che siano villette a schiera, case di cortile o appartamenti.
Quando si parla di queste situazioni, mi trovo davanti ad una serie di déjà vu. E inevitabilmente quando il cliente di turno mi racconta la sua vicenda - che, manco a dirlo, per lui è assolutamente nuova, del tutto incredibile e fonte di un danno morale irrisarcibile in termini economici "ma-ci-possiamo-comunque-mettere-d'accordo-per-una-cifra-simbolica-tipo-trentasei-fantastilioni-di-euri" - sento una stretta allo stomaco. Perché mi vedo già lì, dopo mille tentativi di trovare un accordo, davanti al Giudice di Pace di turno con il povero VPO di turno, a fare le solite domande, tipo: "E cosa le ha detto il signor Tizio quando vi siete incrociati nel corsello dei box?"-"Mi ha detto delle parole che, guardi... francamente brutte! Parolacce!"-"Gentilmente, signor Caio, può ripeterle, queste parole?"-"Ma avvocato, sono parolacce! Si possono dire qui?!? Non è che poi mi querelate pureamme?!?" -"Intervento del Giudice: Può dirle, stia tranquillo. Ci dica quello che le hanno detto. Non succede niente!"-"Eh, mi ha detto: bastard*, figlio di p***ana, ti spacco la faccia, stai attento, corn**o, caz***e... Ma vaffan***o. Cose così! Amme!"...
E così via discorrendo.
Assisto quindi questa signora, che per pura simpatia chiameremo signora Teresa, per una di queste allegre vicende.
Viene in studio settimana scorsa, giovedì. Concludiamo l'appuntamento - manco a dirlo pieno zeppo di "Ma lo sa?!?" - con l'accordo che nei giorni successivi si procederà facendo una diffida ai suoi vicini affinché tengano un comportamento più civile, esternando l'intenzione di sporgere querela per i fatti già accaduti.
Al momento di stringerci la mano, arriva la fatidica domanda: "E allora, quando farà partire la lettera, avvocato?"
Parte un dialogo surreale e spiego paziente: "Come le ho già detto signora Teresa, nei prossimi giorni. Non certo domani: sono fuori per delle udienze e ho già altri impegni. La prossima settimana sicuramente. In ogni caso la segretaria la contatterà telefonicamente dandole conferma della spedizione della raccomandata e per fissare un altro appuntamento per preparare la querela. Va bene?"
T:"Sississì! Va bene!"
Io:"..."
T:"Allora, arrivederci!"
Io:"..."
T:-"..."
Io:"Arrivederci (sottinteso, ma della parcella non parliamo?!?)"
Tutto ciò, come vi dicevo, giovedì sera, fra le 17:00 e le 18:30.
....
Ecco quello che è successo stamattina.
Arrivo in studio verso le 10, dopo aver sbolognato PP da mia madre ed aver perso più di un'ora in caserma per accettare una remissione di querela per un mio cliente. Vengo accolta da Angelina, la segretaria del mio boss (a cui dedicherò un post! eheheh), che - nonostante colpo di frusta dovuto a tamponamento settimana scorsa - non rinuncia al tacco dodici ed in barba alla temperatura invernale ci infila dentro i piedi NUDI. Mentre mi tolgo la borsa a tracolla, srotolo i sessanta giri di sciarpa primaverile in cui ho cercato riparo e cerco di darmi una rassettata ai capelli che mi sparano da tutte le parti (per fortuna domani vado dall'Enzo!) dopo la pedalata che mi ha condotta nell'ameno luogo in cui lavoro, mi annuncia gaia ed allegra che ha chiamato la signora Teresa. Borbotto: "Uh signur! Cos'è successo?". Mi viene risposto: "Non lo so, comunque richiama!". Meglio così, mi dico.
Non riesco nemmeno ad appoggiare il c**o sulla sedia che squilla l'interfono. Angelina mi dice che c'è la Teresa sulla linea uno. Prendo la comunicazione: "Buongiorno signora Teresa."
T: "Buongiorno avvocato!"
Io: "Ho saputo che mi ha cercato... è successo qualcosa?"
T: "In che senso?"
Io: "... Mi pare di ricordare che giovedì scorso ci eravamo salutate con l'accordo che l'avrei chiamata io non appena i signori *** avessero ricevuto la comunicazione dallo studio. Immagino quindi che ci siano stati altri scontri verbali..."
T.: "Sì, in effetti, sì.... Ieri sera dopo che sono tornata da mia cognata, sa sono stata a cena da lei, poverina... La moglie di mio fratello, quello morto... Bhe, insomma, quando sono tornata ho incontrato il genero del signor *** e mi ha detto che lui la macchina la mette dove ca**o gli pare... E, si figuri, che ho trovato un graffio nuovo sulla mia. Che prima non c'era assolutamente! E pure bello grosso. Sulla portiera!"
Io: "..."
T: "Ah ma gliel'ho detto, sa?!? Non possono mica fare i padroni qui, chiaro?!? Lei deve fare qualcosa!"
Io: "Non si preoccupi, signora Teresa. Come le ho detto questa settimana scriv....."
T: "Ah, ma non basta mica, sa?!? Si figuri a quelli lì cosa gli fa una lettera dell'avvocato!!! Lei non ha idea di che gente sia!"
Io: "E allora signora Teresa, come ci siamo dette nel corso dell'appuntamento, possiamo fare subito la querela.... Giovedì scorso lei mi ha detto che preferiva prima far partire una comunicazione informale. Se ora ha cambiato idea non ci sono problemi: fissiamo subito un appuntamento e depositiamo entro fine settimana la querela in procura..."
T:" Se lo meriterebbero! Se lo meriterebbero proprio! Ma no, io non sono mica come loro. Vediamo se con la lettera la smettono..."
Io: "Come le ho già detto signora, dubito che con una lettera la smettano. E comunque la querela può sempre essere ritirata,  non si preoccupi. Per cui se preferisce procedere così, mettendo anche i fatti nuovi che sono successi..."
T: "Ah sì! Quando facciamo quella cosa lì, la denuncia insomma, dobbiamo proprio scriverlo quello che è successo ieri sera..."
Io: "Certo, verranno inseriti anche i fatti nuovi. Mi raccomando: segni bene le parole, la data e l'ora."
T (manco a dirlo!): "Sì, sì. Mi sono segnata tutto sull'agenda. E poi sa cosa mi ha detto?"
Io (tono da agnello sacrificale sull'altare della professionalità): "No, signora Teresa. Cosa le ha detto?"
T: "Guardi avvocato, una cosa tremenda! Non so lei... Lei è una donna... Insomma. Comprenderà che non sono cose belle!"
Io: "Non lo sono mai, signora Teresa."
T: "Infatti! Mi ha detto che il regolamento del condominio me lo posso mettere... sì, insomma, lì... in quel posto! Dove si fanno i bisogni!"
Io: "Capisco. Immagino lei abbia segnato le parole precise da riportare in querela..."
T: "Oh non c'è bisogno! Me le ricordo perfettamente! Le ho stampate in testa!... E poi... Ma lo sa cosa mi ha fatto quel cafone?!?"
Io (solito tono da agnello blablabla): "Non ne ho idea signora Teresa. Cosa le ha fatto?"
T: "Una cosa terribile.... mi ha fatto... Guardi, una cosa tremenda! Tremenda!"
Io: "..."
T: "Mi ha fatto l'INDICE!"
...
Ora... So che non dovrei dirlo, ma... Mi sono trattenuta a stento!
 









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